"La corsa è finita, la bandiera sventolata, il campione ora si riposerà".
Con queste parole pubblicate sulla pagina di Facebook, è stato dato l'annuncio questa notte della morte di Carroll Shelby, pilota e preparatore texano, il papà della Cobra, che ha legato la sua storia sportiva a quella della Ford.
Shelby, che era stato ricoverato alla fine dello scorso aprile per una polmonite, è deceduto il 10 maggio, tuttavia la famiglia e la Ford hanno dato l'annuncio ufficiale solo stanotte.
Il pilota.
Carroll Shelby aveva iniziato la sua carriera di pilota non ancora trentenne, nel 1952, partecipando a una gara di accelerazione sul quarto di miglio con una hot rod motorizzata Ford.
Il suo talento lo portò rapidamente a emergere, guidando vetture Cad-Allard, Aston Martin e Maserati.
Al volante di una Ferrari, nel 1956 conquistò la vittoria nella gara in salita di Mount Washington.
Con una Austin Healey 100S modificata stabilì 16 record di velocità negli Stati Uniti e, nel 1959, vinse la 24 Ore di Le Mans con un'Aston Martin.
Prima di ritirarsi dalle competizioni, Carroll Shelby partecipò a otto gare in Formula 1 con vetture Maserati e Aston Martin.
Il costruttore.
Negli anni Sessanta, dopo aver ottenuto la concessione per importare le roadster inglesi costruite dalla AC, diede vita a una delle più leggendarie auto della storia, la AC Cobra, sostituendo il motore Bristol originale con un Ford più performante.
La collaborazione con la Ford diede origine alle Mustang Shelby; in seguito, lasciata la Casa di Dearbon, diede il suo contributo alla creazione di altre sportive, tra le quali la prima Dodge Viper.
Nel 2003 tornò a lavorare con la Ford per la riedizione in chiave moderna della GT40.
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